Torniamo a parlare di un caso particolarissimo, fra i più apprezzati sul blog.
E’ il caso di Pula, perla della Sardegna, dove la valorizzazione territoriale assume forme e presenta dinamiche del tutto inedite.
Ne avevamo parlato tempo fa, presentando le bellissime iniziative della “lettura conviviale del Vangelo”, come occasione di incontro, riflessione e interscambio, e del “profumo della Fede”, con la creazione di un’essenza tutta fatta di autenticità e spiritualità, per richiamare ed esaltare una delle tipicità del territorio, nonché uno dei momenti in cui la comunità locale maggiormente si coagula e in cui esprime appieno la propria identità culturale.
La nuova iniziativa messa a punto dal bravissimo Don Marcello Loi (già, in questo caso uno dei marketer del territorio è un parroco! Eccezionale…) si chiama “Pula è casa tua” e il nome è già tutto un (bellissimo) programma. Sentiamo proprio da lui di cosa si tratta!
“Ogni anno ci piace pensare a qualcosa di nuovo per svelare l’autenticità del nostro territorio.
Questa volta abbiamo pensato di usare come ‘palcoscenico’ la ‘Casa Catechistica’, che è stata allestita allo scopo dall’8 al 12 agosto 2018.
Così, ospiti italiani e stranieri hanno potuto immergersi in una atmosfera d’altri tempi, grazie alla ricostruzione fedele degli ambienti e delle nostre abitazioni, fino a non troppi anni fa del resto.
La camera da letto, la stanza del lavoro, la stanza da pranzo e la cucina.
Ogni stanza ben arredata. Attraverso dei pannelli esplicativi e con l’aiuto di una persona che ha accolto e guidato gli ospiti nella visita della casa.
In ogni camera ci si poteva immergere nelle tradizioni riguardanti la festa del matrimonio, del battesimo, della confezione dell’abito tradizionale e dei dolci, del pane o delle pietanze più significative.
Gli ospiti sono stati accolti con semplicità e naturalezza, perché potessero sentirsi davvero a casa.
Dopo aver osservato gli ambienti e gli oggetti, giunti all’ultima tappa del percorso hanno potuto gustare alcune specialità culinarie, preparate al momento, in cucina. Tutto a vista, tutto autentico!
Molti hanno potuto apprezzare i nostri dolci per la loro bellezza e la loro bontà, tra un sorso di vino, un assaggio, una chiacchiera con i pulesi residenti, mentre si diffondevano le note arcaiche delle launeddas in un cortile preparato per l’occasione con tavole imbandite.
Come nel caso di MangiaBeviAscolta, anche questa è un’esperienza studiata per essere coerente con il posizionamento complessivo del territorio; un territorio che stimola cuore e spirito, senso di libertà e sentimenti autentici.
L’obiettivo è di aprire le porte della Chiesa ai turisti, concependo la stessa come centro di vita e di relazioni significative, come punto di incontro, confronto e condivisione, per tutti, a prescindere da tutto.
La Parrocchia, quindi, al centro dell’attrattività estiva del territorio, per offrire esperienze che non siano né solo ‘celebrazione religiosa’, né, tanto meno, folclore indifferenziato.
Qualcosa che vada anche oltre, quindi, la classica ‘sagra di paese’ (a proposito, vi invito a leggere questo articolo sul tema, pubblicato proprio qui), che sappia comunicare significati profondi (culturali, religiosi, storici, territoriali) attraverso diversi linguaggi, in uno stile semplice, autentico e non escludente.
Di fatto, tutte le esperienze proposte dalla Parrocchia cercano di trasmettere il valore dell’accoglienza come espressione di un popolo che ‘sa mettere in scena il proprio territorio’ in modo famigliare, esaltandone le peculiarità più originali, i saperi delle persone, la bontà dei prodotti, la bellezza, a tutti i livelli, consentono di stringere relazioni calde fra le persone.
Permettetemi qualche parole per spiegare perché un Parroco dovrebbe occuparsi di queste cose, che potrebbero sembrare fuori dalla sua missione e dal suo perimetro.
In realtà no. È stato proprio Papa Francesco ad affermare che ‘la Chiesa deve avere la forma di una casa accogliente, con le porte aperte, sempre, altrimenti finisce per essere un museo…’.
Così, lontana da ogni tentazione di dualismo corpo-spirito, materiale-spirituale, la Parrocchia cerca di ‘immettere’ nella vita della comunità quanto di più bello possiede.
Alla fine, il nostro patrimonio storico, culturale e naturalistico rappresenta un insieme inscindibile, offrendo al territorio una precisa identità e un chiaro posizionamento: si tratta di un ‘territorio spirituale’, che stimola sentimenti autentici e senso di libertà.”