Come si fa a rimanere leader quando tutti ti attaccano e il tuo prodotto sembra essere meno speciale di un tempo?
Quando sì, sei sempre Apple e il tuo iPhone è sempre l’iPhone, ma intanto Samsung spinge forte su AI e comunicazione e gli Xiaomi di turno salgono di livello, rappresentando sempre di più una succulenta alternativa in termini di rapporto fra qualità percepita e prezzo?
Tant’è che sei costretto a correre ai ripari con il lancio di un iPhone (il 16) “più a buon mercato”?
In questi casi la parola d’ordine è una e solo una: innovazione. Con uno sguardo ampio sulle necessità del cliente, sapendo di poter essere molto di più del prodotto che tutti vedono.
Nella fattispecie, molto più di un semplice “telefonino”, bensì un sistema di cose che assieme fanno la differenza (alla voce “sistema di prodotto”). Decretando, una volta in più, l’unicità del brand.
Per combattere la concorrenza giocando un campionato diverso.
Così, ecco che Apple è quasi pronta a lanciare il suo coach medico virtuale, da portarsi sempre dietro, con l’iPhone.
Un coach virtuale alimentato dall’AI, ma dalle sembianze umane (l’azienda è alla ricerca di una star della medicina che possa prestare il suo volto) e allenato da un team di medici esperti.
Ma cosa farà questo coach, in sostanza?
▶️ Studierà un sacco, acquisendo dati sulla persona, sulle sue abitudini e sulla sua salute da tutti i dispositivi Apple (dall’iPhone, appunto, ma anche da Apple Watch e AirPods) e da eventuali accessori di terze parti.
▶️ Suggerirà le migliori condotte da tenere per stare meglio, sia mostrando brevi video che Apple sta per registrare ad hoc in California sia dando dritte puntuali nel corso della giornata.
Ad esempio, grazie all’utilizzo della fotocamera dell’iPhone il coach potrà suggerire di correggere la postura da seduti o di fare quell’esercizio di stretching o quella sessione di fitness “come Dio comanda”.
“Troppo invasivo, per carità!”, qualcuno potrebbe dire, e ci sta tutto. Ma scommettiamo che per molti ben presto il coach virtuale diventerà insostituibile?
Del resto, le potenzialità di questo sistema sono enormi, nel momento in cui si volesse decidere di affondare ulteriormente il colpo.
Come?
Un assaggio Apple l’ha già dato a Singapore, dove dal 2020, in accordo con il governo locale (alla voce “megamarketing”), ha creato il LumiHealth Project.
Un programma di engagement della cittadinanza per spingere le persone, tramite il proprio Apple Watch, a fare tutto il necessario per vivere bene, gamificando il quotidiano.
Banalizzando: più livelli sblocchi, più riconoscimenti ottieni, meno imposte paghi e così via.
E così potrebbe essere anche da noi, in un prossimo futuro. Certo, con un pizzico (o anche più di un pizzico) di visione e di coraggio.
Monitorare per prevenire problemi di salute, monitorare per migliorare le condizioni di salute, monitorare per garantire più servizi e assistenza in tempo reale, quando necessario.
Si aprirebbero scenari davvero interessanti, non per sostituire l’assistenza sanitaria, ma per integrarla nella vita quotidiana, a tutto vantaggio di un sistema (quello sanitario, appunto) sempre più sottoposto a enormi pressioni e disfunzioni.
Probabilmente ci arriveremo, prima o poi. E brand come Apple non potranno che essere al centro della storia.