Tutti ne parlano, è già diventato un “fenomeno mediatico”. Probabilmente diventerà un fenomeno di moda.
Nuova Fiat 500 è un esempio da manuale di un nuovo modo di fare marketing. Un marketing fatto di partecipazione e di “vie laterali”.
Quali sono i principali motivi?
🔴 Qui Fiat punta tutto sul “valore del legame”, con un rapporto più ravvicinato fra brand e clienti-partner. E fra i clienti stessi.
🔴 Il valore non è creato verticisticamente dall’impresa (top-down), in modo “freddo”, ma in modo bottom-up.
Puntando su clienti “apostoli”, protagonisti di un “gioco” di co-creazione (meccanismo ludico e comunitario).
🔴 L’identità di questo prodotto/brand nasce e si diffonde grazie a meccanismi che si autoalimentano (passaparola e marketing virale).
Con costi inferiori ed effetti maggiori rispetto a una campagna di comunicazione classica.
Alcune considerazioni:
☑️ In un progetto di questo tipo ci vogliono pazienza e rispetto dei tempi.
Fiat con questa campagna è partita molto tempo prima del lancio del prodotto. Per creare il giusto “effetto eco” e per “preparare il mercato”.
☑️ Operazioni come questa possono creare forti barriere nei confronti dei concorrenti. Sarà difficile inserirsi nel “rapporto privilegiato” fra brand e consumatori-partner.
Qui il know-how dell’impresa si integra con il “know-why” dei clienti, anche se in modo “controllato” e parziale.
L’obiettivo non è di realizzare auto su misura, ma di rendere il prodotto parte di un processo condiviso. Un processo dove il consumatore può dire la sua.
Risultato?
⚪️ Il prodotto incontra il “naturale” gradimento del mercato.
⚪️ L’immagine di marca diventa più forte sul core-target.
Un risvolto di tutto questo?
Le classiche ricerche di mercato diventano meno utili, perché l’impresa fa finalmente il market-ing. In senso letterale.
Non si limita a studiare il mercato, ma si fonde con la parte di mercato che le interessa di più.
Bellissima! 500blog
Ciao Fulvio. Relativamente al marketing virale che sostieni sia stato utilizzato per il lancio della 500, potresti spiegare velocemente i contorni di questa campagna? In effetti qualche cosa avevo visto online su qualche sito. occorre ammettere che queste operazioni di coinvolgimento dei clienti a volte puzzano un po’ di tentativo di circonvenzione di presunto incapace. Voglio dire che il marketing virale deve innanzitutto dare il senso della genuinità e non dell’artefazione. Altrimenti il cliente pensa: “Ecco la solita azienda che vuole far l’amica per fregarmi dopo!”