Qualche mese fa commentavamo in questo post la fine dell’era Amadeus🙋🏽, interrogandoci sul futuro del Festival 🎤 di Sanremo.
Inevitabile farlo, dopo che il buon Amedeo Umberto Rita Sebastiani aveva inciso così pesantemente sulla fisionomia dell’evento più amato 💖 dagli Italiani. Portandolo a livelli davvero alti, sia in termini di ascolti che di raccolta pubblicitaria.
Così, subito dopo la migrazione di Amadeus verso lidi più dorati il toto-presentatore si è fatto rovente 💥, fra tante incertezze e nuovi condottieri invocati a furor di popolo. Stefano De Martino su tutti.
Alla fine, però, ha prevalso la ragione, con la scelta di Carlo Conti. Un usato sicuro, potremmo dire.
Un veterano, uno che sa il fatto suo, uno che difficilmente sbaglia. Perché studia e si applica.
Un personaggio che appare più freddo e calcolatore, meno passionale rispetto al sanguigno Amadeus, ma di certo competente.
Due modelli molto diversi da mettere a confronto, quindi.
I dati della prima serata 🗣 intanto parlano di 12.600.000 spettatori (65,3% di share) contro i 10.561.000 (65,1%) dello scorso anno.
Certo, come qualcuno ha prontamente commentato, Amadeus “ha tirato la volata”, creando le condizioni per un risultato del genere. Che però non era scontato.
Conti ci ha messo del suo, senza strafare. Ha studiato 👀 il prodotto di Amadeus per cercare di farlo meglio, a modo suo.
E la prima serata del Festival di Sanremo è stata in effetti magistrale dal punto di vista televisivo. A partire dalla scelta dei co-conduttori.
Decisamente nazional-popolari, decisamente a loro agio. Con una menzione d’onore per Gerry Scotti, lo “Zio Gerry”. Uno che di musica ne capisce e che il palco lo domina, portando quel brio 😎 che a Conti manca.
Sagaci, poi, i momenti “per riflettere sui grandi temi”, di cui un contenitore come il Festival di Sanremo non può non occuparsi. Con più di un pizzico di retorica, ma del tutto plausibile visto il contesto.
Dalla bellissima versione di Imagine (un inno alla pace, senza tempo) cantata da Noa e Mira Awad alla lettera del Papa, per richiamare l’attenzione sul valore della musica oltre la musica.
Interessante anche la scelta del super-ospite👑. Un Jovanotti travolgente, con una performance straripante, non solo sul palco, ma soprattutto, “fra la gente”.
E poi le canzoni. Belle, non c’è che dire. Mediamente belle. Con tantissimi volti da hit parade ✨, per tutti i gusti.
La prima serata ha premiato la qualità. Quella dei testi e delle melodie, con un Cristicchi che ha commosso tutti e un Brunori Sas che ci ricorda che la canzone d’autore può andare ancora forte.
Ma senza trascurare le “finezze”😉 del marketing discografico (e dintorni).
Due su tutte.
Un Tony Effe “ripulito dalla testa ai piedi”. Con il suo tappeto di tatuaggi interamente coperto da un Gucci bianco, immacolatissimo, a valor accompagnare e testimoniare il (temporaneo) riposizionamento del personaggio.
Meno bad boy e più “core de Roma”. Un tentativo, per molti, di “normalizzarsi”, per non rimanere intrappolato nello stereotipo del trapper “tamarro 😤 e dannato”, per ragazzini.
E poi, come non citare i Coma_Cose👫, con i loro viralissimi “cuoricini” 💞? Una canzone progettata nei minimi dettagli per diventare da subito un tormentone. Non solo nelle radio, ma soprattutto nei social. La più “TikToktizzabile” di tutte le canzoni di Sanremo 25.
Una mossa geniale 💡. Perché, ricordiamocelo, anche nel marketing della musica “è la somma che fa il totale”.
Ok, ma alla fine chi vincerà Il Festival di Sanremo?
Noi un gettone lo mettiamo su Achille Lauro 🎩, un artista con mille mondi dentro, che un po’ alla volta conquistano un po’ tutti.