Come potevo non raccontarvi questa?
Torno a parlarvi dell’incantevole terra di Sardegna e nello specifico di Pula, nonché delle idee del nostro amico “parroco marketer”, il mitico Don Marcello. Ricordate “MangiaBeviAscolta”?
Questa volta cosa si è inventato? Il “profumo della Fede e dell’identità culturale locale”…
La trovo un’idea strepitosa! In sostanza, Don Marcello ha ben pensato di studiare un profumo che sapesse evocare in modo immediato le sensazioni, i profumi, le emozioni che la festa del locale Santo patrono è in grado di scatenare, in primis per i residenti, ma, perchè no, anche per i turisti…
Ecco così applicato il marketing sensoriale alla valorizzazione territoriale, ecco unirsi il marketing “interno” del territorio (quello di fidelizzazione e di comunità, rivolto ai residenti) a quello attrattivo, rivolto ai turisti, ecco il territorio che trova un modo ulteriore per raccontarsi e coinvolgere le persone in esperienze a forte impatto emotivo, ecco un prodotto che “narra” il territorio e se ne fa “portavoce”, ma ecco anche un modo secondo me intrigantissimo di generare valore molteplice per il territorio, la comunità ospitante e la Chiesa, questa volta non intesa come pesante, burocratica e potente struttura Vaticana, ma come presidio locale, di fede e valori, ma anche di iniziative sane e concrete a supporto della comunità locale.
Infatti, leggendo l’intervista che riporto di seguito vi accorgerete cosa ha escogitato il nostro amico parroco per generare anche valore economico attorno al progetto, senza macchiarne e snaturarne la natura e la mission, in primi sociale e spirituale.
In tutto questo, abbiamo un bellissimo caso di marketing territoriale che nasce dal basso, co-creato dalla comunità locale, ma fatto emergere più che dai marketer professionisti e istituzionali di una destinazione turistica dalla sagacia, passione e competenza di un uomo di fede, appassionato della sua terra.
Un caso che ispira tanto, anche chi, come me, parte da una posizione di forte apatia verso il mondo clericale e soprattutto il marketing “politico – della fede”… Bravissimo, Don Marcello!
Ecco l’intervista!
Tra l’altro, nel 2014 il Comune di Cagliari ha avviato le procedure per l’iscrizione del rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant’Efisio nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, secondo i principi UNESCO.
2) Com’è nata l’idea? Qual era il vostro principale obiettivo e quale considerazione vi ha spinto a tentare questa particolarissima strada?
L’idea di un “profumo di Pula” nasce dall’esperienza concreta. Perché si capisca, sono costretto a raccontare: Pula, ai primi di maggio, “profuma di gioia”.
Il due di maggio, dopo mezzogiorno, alcune donne vestite dell’abito tradizionale, con in capo lo scialle di seta, compiono un rito antico e sempre nuovo: spargono a terra petali di rosa, rami di menta, rosmarino, salvia e mirto, a piene mani, con gesto solenne, trame di un tappeto variopinto e profumatissimo sul quale, i buoi austeri e robusti portano il cocchio sul quale Efisio fa il suo ingresso nella sua terra.La processione, fra suoni, canti e preghiere, coinvolge la folla. Tutti vogliono vedere il santo, tutti vogliono toccarlo, offrirgli un fiore e chiedergli una grazia. Nell’aria si espande un profumo inconfondibile, che fin da bambini si impara chiamare per nome: SA RAMADURA.
3) Il profumo da chi viene realizzato? Come avete studiato una fragranza che deve “comunicare” in modo istantaneo e altamente emozionale valori e sensazioni di una terra così contemplativa?
L’olio essenziale è realizzato da un’azienda milanese. Noi abbiamo registrato il marchio, Efis (Efisio) – Ramadura (si chiama così il rito dello spargimento a terra dei fiori e delle erbe).
Il profumo coinvolge tutta la persona, anima e corpo. Ricordi, lacrime, preghiere, storie familiari, gioie e dolori, affiorano al cuore e alla mente di ogni pulese, grazie a quel magico profumo composto dalle note fresche e aromatiche delle essenze mediterranee e insieme da quelle secche e decise dal sentore di terra, di cuoio, di legno. Un universo di tradizioni, cultura, fede, saperi, legati a un territorio altamente “spirituale”, che coinvolge tutti i sensi, per parlare all’anima.
4) A quanto viene venduto il profumo? Dove lo si trova? Avete pensato anche al web?
La Parrocchia non è un’azienda. Agisce con la logica del non profit. Per questo l’olio essenziale non ha un prezzo; il flacconcino di 10 ml viene ceduto dietro un’offerta minima di 6€ e il ricavato va a finanziare le opere parrocchiali. Per ora lo si trova in parrocchia e viene proposto ai turisti attraverso uno stand appositamente preparato posizionata sulla piazza, molto trafficata in estate, ma pensiamo di proporlo in modo particolare agli alberghi. Abbiamo curato la veste grafica per la comunicazione e il packaging. Nella confezione abbiamo inserito un cartoncino che riporta le caratteristiche del prodotto attraverso una modalità narrativa.
5) Caro Don, con le tue iniziativa Pula si posiziona – vuoi o non vuoi – sempre più come terra di una spiritualità autentica, esplorativa, relazionale. Come lo vedi l’incrocio fra marketing a supporto della comunità (non solo dei fedeli) e marketing del territorio?
Come sai, il marketing è per me fonte di ispirazione.
Devo anche dire che la nuova frontiera del marketing relazionale, emozionale, sensoriale, risulta coerente con la visone antropologica del cristianesimo, che, lungi dall’essere un’ideologia, è relazione autentica con una Persona e coinvolge corpo e spirito; intelligenza e sentimenti.
Anche i sacramenti della Chiesa hanno alla base una pedagogia che pone al centro la persona nella sua complessità, che si rapporta all’assoluto attraverso gesti concreti, materiali e simbolici.
Il tentativo di tradurre in un profumo la religiosità, la cultura, la tradizione di un popolo trovo sia coerente con questa visione della fede e insieme apra nuove ed efficaci vie di incontro “in uscita”, per usare una terminologia cara a Papa Francesco.
Per concludere, aggiungo che non concepisco la fede disgiunta dal contesto storico-culturale nel quale invece si incarna; dunque, le mie iniziative tendono ad essere coerenti con le caratteristiche del territorio, cercano di valorizzarne la vocazione e hanno sempre l’obbiettivo di rispondere al rinnovato desiderio di autenticità, relazionalità, condivisione.
Che dire, aggiungo io, tanto di cappello! 🙂